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Introduzione

La pianificazione logistica trova la sua applicazione in realtà aziendali in cui la produzione è soggetta a numerosi spostamenti di materiale (dall'interno all'esterno e viceversa, da un terzista
all'altro, da un'unità produttiva all'altra, all'interno dell'azienda).
Tutte queste movimentazioni possono non essere 'sincronizzate': il flusso produttivo può arrestarsi in più punti del suo svolgimento, non definibili a priori, per poi essere ripreso successivamente. Per questo motivo la struttura della distinta base deve essere tendenzalmente profonda, in quanto ogni semilavorato può diventare giacente all'atto della sospensione del fusso.

In linea teorica si potrebbe trattare la giacenza per articolo/fase, ma si dovebbero definire dei livelli preferenziali su cui eseguire gli ordini di produzione.
Risulterebbe complessa la chiusura di un ordine di produzione intermedia, poichè darebbe come risultato il versamento a magazzino del semilavorato all'ultima fase eseguita e la successiva emissione di un nuovo ordine di produzione per completare le attività (che dovrebbe avere, tra i suoi componenti, anche il prodotto finito all'ultima fase eseguita dall'ordine precedentemente interrotto).
La pianificazione materiali dovrebbe trattare articoli e articoli/fasi, con la costruzione, per gli impegni pianificati di ordini 'riaperti', non di tutti i materiali, ma solo di quelli non ancora prelevati all'atto dell'interruzione dell'ordine.
Risulta quindi estremamante più chiaro verticalizzare la distinta con il raggruppamento nello stesso livello delle sole attività del ciclo non interrompibili.
Il fine è di dare alla pianficazione anche una valenza logistica e non limitarsi a suggerire che cosa e quando deve essere fatto e chi lo deve effettuare, ma anche dove deve essere spostato ciò che è stato fatto.

Definizioni

Ente

Gli oggetti principali su cui si fonda la pianificazione logistica sono gli enti esterni (fornitori e terzisti) e le unità produttive interne. Per omogeneità si è scelto di considerare anche queste ultime come fornitori e quindi codificarle nella stessa anagrafica.
Qundi si tratteranno unicamente Enti di uno stesso tipo, in cui la distinzione tra interni ed esterni sarà inserita, eventualmente, in una classificazione dell'ente stesso.

Esecutore

E' l'ente che esegue un ordine (di produzione/acquisto/lavorazione).

Destino

È l'ente a cui è destinato, nella catena logistica, un ordine (di produzione o lavorazione) o un impegno(dipendente di produzione/acquisto, oppure indipendente).

Ordine

Contiene sia l'esecutore sia il destino.

Impegno

Contiene solo il destino.
Per gli impegni dipendenti il destino è l'esecutore dell'ordine a cui essi appartengono. Questa affermazione, che è la base della pianificazione logistica, sarà più chiara dopo la descrizione operativa del modello.
Per gli impegni indipendenti il destino è determinato in modo esterno alla pianificazione: questa scelta è il punto di partenza della catena logisica che si costruirà ai livelli inferiori. Ciò è pienamente in linea
con la funzione di 'innesco' che hanno, nella pianificazione, gli impegni indipendenti: essi scatenano (per la loro quantità e data) le richieste di cosa e quanto produrre e (per il loro destino) le richieste di
dove destinare ciò che si ha prodotto.

Descrizione Operativa

Il principio su cui si basa il modello di pianificazione logistica è la pianificazione separata per ogni articolo/ente, dove per ente si intende il destino delle varie fonti in gioco (tutte le fonti hanno un destino).
La partenza è un impegno indipendente: si considerano gli ordini con lo stesso destino e le giacenze presenti. Se, nel bilancio MRP si riscontra una scopertura, viene pianificato un ordine avente il medesimo destino. Viene inoltre assegnato l'esecutore dell'ordine con le consuete funzioni di assegnazione interne alla pianificazione. Va ricordato che l'assegnazione dell'ente all'ordine pianificato viene eseguita per qualsiasi tipo di ordine (anche di produzione), a condizione che si sia impostata, nella politica dell'articolo, la modalità di assegnazione dell'ente. Se l'ordine pianificato è di produzione o di lavorazione, sono pianificati anche i suoi impegni, che assumono, in modo naturale, l'ente dell'ordine a livello superiore.
Tradotto in termini logistici ciò significa che l'esecutore dell'ordine diventa il destino dei suoi impegni.
Successivamente, quando si pianificherà l'articolo contenuto nell'impegno, esso 'tirerà' gli ordini verso il proprio destino. I loro impegni, a loro volta, assumeranno come destino l'esecutore dell'ordine, e cosi via ripetutamente, fino al raggiungimento dei componenti di acquisto, con i quali terminerà l'elaborazione.
In questo modello si è preferito non dare suggerimenti di spostamento di quantità tra un ente e l'altro in caso di eccedenza (sarebbe arduo definire regole rigorose ed efficienti). Per la natura del
processo, tali scompensi non dovebbero essere frequenti e comuque introdurrebbero un fattore di disturbo a livello logistico.
Si è preferito limitarsi ad evidenziare l'eccedenza per ogni ente/articolo, divisa tra eccedenza presente (giacenza disponibile), futura rilasciata (ordini in corso in eccesso non riducibili per motivi di
lottizzazione) e futura pianificata (ordini pianificati in eccesso per lo stesso motivo).

Impostazione fonti

Risulta evidente l'importanza di una corretta definizione delle fonti in gioco: esse costituiscono un filtro che passa le informazioni alla pianificazione in modo opportuno, eventualmente eseguendo aggiustamenti specifici.
La regola da rispettare nell'impostazione delle fonti è: ogni fonte ritorna l'ente che è il destino della fonte stessa.

Fonti attuali

Giacenze

Il tipo giacenza, anche per le quantità interne, è per ente e deve essere specificato nella fonte, che deve essere ritornata suddivisa per ente.

Scorta

La scorta, nella pianificazione logistica, deve essere anch'essa assegnata a un destino, in modo da costituire un fabbisogno che si somma agli impegni.
La modalità di assegnazione della scorta ad un ente può avvenire in due modi:
  • inserendo la quantità di scorta nell'archivio Articolo/Ente;
  • inserendo, nello stesso archivio, una scorta percentuale della scorta definita a livello di articolo: in questo modo la scorta si distribuisce proporzionalmente in modo dinamico sui vari enti.

Eccedenza presente

Risulta nativamente suddivisa per ente e quindi per destino.

Fonti future

Impegno indipendente da MPS

Il destino deve essere presente nella chiave della vista che non è l'articolo. La vista deve essere quindi per articolo/ente o viceversa e nella fonte è necessario specificare che la chiave della vista diversa
dall'articolo deve essere ritornata come codice significativo. In questo modo il destino diventa l'ente della fonte.

Impegno indipendente da ordine cliente

Nella fonte si deve impostare che l'ente definito nel campo operazione (una volta configurato in modo corretto il tipo riga) deve essere ritornato nel campo ente.

Impegno dipendente pianificato/rilasciato di lavorazione o produzione

Il destino è l'ente dell'impegno.

Ordine rilasciato di acquisto/lavorazione

Gli ordini rilasciati contengono, nell'ente di spedizione, il loro destino, che è l'ente ritornato naturalmente dalle fonti di questo tipo.
N.B.: Ricordo che l'esecutore dell'ordine è invece l'intestatario, che, nel caso di ordini di lavorazione, viene trasferito agli impegni.

Ordine rilasciato di produzione

L'ente intestatario dell'ordine è l'esecutore (trasferito agli impegni).
E' necessario specificare nel tipo ordine che l'oggetto di riferimento è un ente di tipo destino (conterrà il destino dell'ordine) e, nella fonte, che l'oggetto di riferimento sostituisce l'oggetto corrispondente (in questo modo viene ritornato come ente il destino e non l'intestatario dell'ordine).

Eccedenza su ordini pianificati e rilasciati.

Risulta nativamente suddivisa per ente e quindi per destino.

Ulteriori Impostazioni


Ordini di trasferimento

Se presso un ente esiste del materiale in eccedenza, che deve essere inviato ad un altro ente carente dello stesso materiale, si inserisce un ordine di trasferimento, che rappresenta l'intenzione di eseguire lo spostamento. A tal fine si usa l'applicazione del ciclo esterno e si definisce un tipo documento specifico, che individua gli ordini di questo tipo appartenenti al ciclo passivo.
Nell'ordine l'intestatario è l'ente da cui si sposta il materiale e il destinatario l'ente a cui lo si invia.
Si inseriscono inoltre la quantità di trasferimento, la data di trasferimento e l'importo che l'intestatario addebiterà per eseguirlo.
L'invio si traduce nell'estrazione di questo ordine, con l'eventuale produzione del DDT (nel caso di invio interno/esterno).
Per quanto riguarda la disponibilità, fino al momento dell'esecuzione, l'ordine di trasferimento deve essere rappresentato con due fonti: una negativa, per l'intestatario dell'ordine (fabbisogno) e l'altra positiva, per il destinatario (copertura).
La pianificazione, sull'ordine visto come copertura, potrà dare i consueti suggerimenti di anticipo, ritardo, riduzione o annullamento.

Modalità trattamento scarti

Si definisce un'area (con tipo giacenza per ente) dove trasferire le quantità scartate e si crea contestualmente un ordine di produzione o di lavorazione (a seconda che l'ente sia un'unità
produttiva interna oppure un terzista), avente come fine la data entro cui è prevista la riparazione e come impegno se stesso.
L'ordine è visto dalla pianificazione, al contrario dell'impegno, che deve essere escluso (lo spostamento nell'area scarti da un'area di pianificazione ha già l'effetto di escludere il materiale scartato dalla pianificazione).
All'atto della riparazione, l'articolo viene caricato nell'area di pertinenza e si toglie l'impegno dall'area scarti.
La creazione dell'impegno ha lo scopo di dare l'informazione della frazione di materiale presente nell'area scarti su cui è stato già deciso un intervento di riparazione. Qualora ciò non interessasse, è
possibile non creare gli impegni, ma eseguire lo scarico direttamente sulla distinta del documento.

Rilascio degli Ordini Pianificati


Rilascio verso gli ordini di produzione

L'ente dell'ordine pianificato viene trasferito naturalmente nell'ente dell'ordine rilasciato; ciò significa che si fissa l'esecutore dell'ordine di produzione.
Il codice di rottura dell'ordine pianificato viene trasferito nell'oggetto di riferimento dell'ordine di produzione, forzando che è un oggetto Ente del tipo impostato nella tabella generale dell'MRP,
indipendentemente da quanto previsto nella tabella del tipo ordine.
Ciò viene eseguito se:
  • l'articolo in esame è pianificato a rottura (informazione contenuta nel record dei consigli di pianificazione);
  • nel tipo ordine è specificato che l'oggetto di rottura debba essere trasferito nell'oggetto di riferimento.

Rilascio verso gli ordini di acquisto/lavorazione

L'ente dell'ordine pianificato viene trasferito naturalmente nell'ente dell'ordine rilasciato; ciò significa che si fissa l'esecutore dell'ordine di acquisto/lavorazione.
Il codice di rottura dell'ordine pianificato viene trasferito nell'ente di spedizione, forzando che è del tipo impostato nella tabella generale dell'MRP, indipendentemente da quanto previsto nella tabella del
tipo documento.

Movimentazione di un ordine verso il suo destino

Come chiusura della catena logistica si deve definire come, all'atto del completamento di un ordine, esso debba essere trasferito al suo destino.

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